A cura di Paolo, dello Staff di Tales of Nerds.
Tutti noi abbiamo giocato in passato a
titoli che ci sono rimasti nel cuore, capaci di emozionarci e
divertirci come non mai. Ancora oggi magari, nel ripensare a quei bei
momenti, si manifesta sui nostri volti un sorriso e gli occhi
brillano di nostalgia.
Le varie software house d'altro canto
sembrano aver letto nelle nostre menti: ecco che spuntano decine di
remake, remastered, reboot, porting, porting di remake, collection di
remastered...porting di collection di remastered! Il giocatore
insomma, si ritrova sommerso di proposte, anzi di ri-proposte, di
poter provare i titoli che hanno fatto la storia videoludica; queste
poi, fanno sì leva sula nostalgia dei gamer più navigati, ma
rappresentano al contempo un'occasione per chi quei titoli se li era
persi.
Ma questo solo nel migliore dei casi.
Facciamo innanzitutto un po' di
chiarezza sui termini.
Per remake si intende il
rifacimento di un'opera già esistente, un lavoro più o meno fedele
all'originale per ambientazione, trama, comparto tecnico, il cui
obiettivo è riadattare il tutto per riproporlo nuovamente. Nel
recente mondo videoludico troviamo: i due The Legend of Zelda per
3ds(Ocarina e Majora's Mask); Halo: Combat Evolved Anniversary,
Fable: Anniversary, Pokemon Heart Gold e Soul Silver e anche Rubino
Omega e Zaffiro Alpha. Si tratta insomma di titoli simili agli
originali, ma non gli stessi, con l'idea di trasmettere le stesse
emozioni, ma con un gioco rimodernato e aggiornato per gli standard
odierni.
Un remaster invece è
un'operazione volta a migliorare la qualità del suono e
dell'immagine del prodotto. Nel mondo dei videogiochi si va dal
semplice aumento di risoluzione, con l'aggiunta dei 16:9 in giochi
che magari erano in 4:3; al modificare gli stessi poligoni e le
animazioni, riducendo così il confine tra remaster e remake (come
nel caso di The Legend of Zelda: The Wind Waker HD). L'idea questa
volta è di portare lo stesso titolo, magari uscito una decina di
anni prima, sulle console attuali, senza modificarne gameplay,
ambientazione ed altro.
Gli esempi di remaster
abbondano...troviamo: la Metal Gear HD Collection, quella dei God of
War, Prince of Persia, Sly Cooper, Ratchet and Clank, praticamente
tutti i Final Fantasy della SquareSoft, i due Sonic Adventure, Ico
& Shadow of the Colossus, il recentissimo Type-0 e molti altri.
Il reboot, dall'inglese
“riavvio”, invece è tutto un altro paio di maniche: si intende
il lancio di un prodotto appositamente realizzato per ridare slancio
ad una particolare serie. Significa utilizzare vecchi materiali per
crearne di nuovi. Troviamo ad esempio i nuovi Tomb Raider e Devil May
Cry(Dmc), di cui, tra l'altro, sono stati fatti dei remaster per PS4
e XboxOne.
Infine, il porting non è altro
che la trasposizione di un titolo creato per una determinata
piattaforma ad un'altra, ad esempio da console a pc: un esempio è
dato dalla trilogia Final Fantasy XIII; XIII-2 e Lighting returns.
Fatte le dovute chiarificazioni,
chiediamoci ora: “ Ma è davvero il caso di investire i nostri
risparmi per ripetere un'esperienza già fatta in precedenza, oppure
è meglio che restino dei bei ricordi?”.
La mia risposta è, come al solito,
dipende. A volte sì, a volte no.
Dobbiamo innanzitutto discriminare
questa mole di lavori in base ad un importante fattore: la qualità.
Semplicemente, se la qualità è buona,
allora ne possiamo parlare.
Ma cosa si chiede ad un remake o ad un
remaster perché possa essere considerato di buona fattura?
Credo che, innanzitutto non debbano
esserci problemi che non erano presenti nelle versioni originali,
come ad esempio evidenti cali di frame rate (sembra banale, ma non lo
è).
Secondo, tutti quei piccoli difetti
dovuti all'hardware originale del titolo potrebbero essere risolti:
caricamenti troppo lunghi, ritardi nel caricamento delle texture,
rallentamenti durante il gioco, eccetera.
La riproposizione del titolo poi, può
essere l'occasione per gli sviluppatori per inserire alcune piccole
chicche in grado di migliorare sensibilmente l'esperienza: i 16:9,
l'aumento della risoluzione, nuove animazioni, l'utilizzo di un
secondo stick dove originariamente ne era previsto solamente uno,
feature in grado di svecchiare un po' la formula(ad esempio la vela
per la navigazione veloce in The Wind Waker).
L'ultimo punto è forse il più
importante, bisogna chiedersi se il gioco che viene riproposto è in
effetti invecchiato bene e merita ancora di essere giocato.
Sta a noi giocatori stabilire questo
punto e bisogna essere particolarmente critici.
Se da un lato gli sviluppatori ci hanno
permesso di rivivere dei capolavori con The Legend of Zelda: The Wind
Waker HD (ma anche Ocarina of Time e Majora's Mask) e con la Metal
Gear Solid HD Collection; dall'altro ci hanno abbindolati con
prodotti di dubbia qualità come Fable:Anniversary (assolutamente non
necessario, visto che tra l'altro il suo originario creatore non ha
partecipato al remake), oppure con collection di giochi che si
limitano solamente ad aumentare la risoluzione e di cui,
sinceramente, non ne sentivamo il bisogno (come ad esempio quella dei
Prince of Persia oppure quella di Ratchet&Clank).
Insomma, per
concludere, nel valutare un lavoro di questo tipo bisogna tenere in
conto due fattori: di quale titolo o insieme di titoli stiamo
parlando e della qualità intrinseca del remake o del remaster; la
quale può portare a volte alla saggia decisione di riprendere in
mano l'originale, anziché il suo rifacimento. Attenzione dunque a
farsi prendere dalla nostalgia: nell'investire i nostri risparmi in
un lavoro di dubbio merito stiamo, in modo più o meno consapevole,
aderendo a questa politica di riciclaggio di idee.
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