sabato 28 marzo 2015

Quando la nostalgia non c'è: sui remake e le remastered collection.

A cura di Paolo, dello Staff di Tales of Nerds.
Tutti noi abbiamo giocato in passato a titoli che ci sono rimasti nel cuore, capaci di emozionarci e divertirci come non mai. Ancora oggi magari, nel ripensare a quei bei momenti, si manifesta sui nostri volti un sorriso e gli occhi brillano di nostalgia.
Le varie software house d'altro canto sembrano aver letto nelle nostre menti: ecco che spuntano decine di remake, remastered, reboot, porting, porting di remake, collection di remastered...porting di collection di remastered! Il giocatore insomma, si ritrova sommerso di proposte, anzi di ri-proposte, di poter provare i titoli che hanno fatto la storia videoludica; queste poi, fanno sì leva sula nostalgia dei gamer più navigati, ma rappresentano al contempo un'occasione per chi quei titoli se li era persi.
Ma questo solo nel migliore dei casi.

Facciamo innanzitutto un po' di chiarezza sui termini.

Per remake si intende il rifacimento di un'opera già esistente, un lavoro più o meno fedele all'originale per ambientazione, trama, comparto tecnico, il cui obiettivo è riadattare il tutto per riproporlo nuovamente. Nel recente mondo videoludico troviamo: i due The Legend of Zelda per 3ds(Ocarina e Majora's Mask); Halo: Combat Evolved Anniversary, Fable: Anniversary, Pokemon Heart Gold e Soul Silver e anche Rubino Omega e Zaffiro Alpha. Si tratta insomma di titoli simili agli originali, ma non gli stessi, con l'idea di trasmettere le stesse emozioni, ma con un gioco rimodernato e aggiornato per gli standard odierni.
Un remaster invece è un'operazione volta a migliorare la qualità del suono e dell'immagine del prodotto. Nel mondo dei videogiochi si va dal semplice aumento di risoluzione, con l'aggiunta dei 16:9 in giochi che magari erano in 4:3; al modificare gli stessi poligoni e le animazioni, riducendo così il confine tra remaster e remake (come nel caso di The Legend of Zelda: The Wind Waker HD). L'idea questa volta è di portare lo stesso titolo, magari uscito una decina di anni prima, sulle console attuali, senza modificarne gameplay, ambientazione ed altro.
Gli esempi di remaster abbondano...troviamo: la Metal Gear HD Collection, quella dei God of War, Prince of Persia, Sly Cooper, Ratchet and Clank, praticamente tutti i Final Fantasy della SquareSoft, i due Sonic Adventure, Ico & Shadow of the Colossus, il recentissimo Type-0 e molti altri.
Il reboot, dall'inglese “riavvio”, invece è tutto un altro paio di maniche: si intende il lancio di un prodotto appositamente realizzato per ridare slancio ad una particolare serie. Significa utilizzare vecchi materiali per crearne di nuovi. Troviamo ad esempio i nuovi Tomb Raider e Devil May Cry(Dmc), di cui, tra l'altro, sono stati fatti dei remaster per PS4 e XboxOne.
Infine, il porting non è altro che la trasposizione di un titolo creato per una determinata piattaforma ad un'altra, ad esempio da console a pc: un esempio è dato dalla trilogia Final Fantasy XIII; XIII-2 e Lighting returns.
Fatte le dovute chiarificazioni, chiediamoci ora: “ Ma è davvero il caso di investire i nostri risparmi per ripetere un'esperienza già fatta in precedenza, oppure è meglio che restino dei bei ricordi?”.
La mia risposta è, come al solito, dipende. A volte sì, a volte no.
Dobbiamo innanzitutto discriminare questa mole di lavori in base ad un importante fattore: la qualità.
Semplicemente, se la qualità è buona, allora ne possiamo parlare.
Ma cosa si chiede ad un remake o ad un remaster perché possa essere considerato di buona fattura?
Credo che, innanzitutto non debbano esserci problemi che non erano presenti nelle versioni originali, come ad esempio evidenti cali di frame rate (sembra banale, ma non lo è).
Secondo, tutti quei piccoli difetti dovuti all'hardware originale del titolo potrebbero essere risolti: caricamenti troppo lunghi, ritardi nel caricamento delle texture, rallentamenti durante il gioco, eccetera.
La riproposizione del titolo poi, può essere l'occasione per gli sviluppatori per inserire alcune piccole chicche in grado di migliorare sensibilmente l'esperienza: i 16:9, l'aumento della risoluzione, nuove animazioni, l'utilizzo di un secondo stick dove originariamente ne era previsto solamente uno, feature in grado di svecchiare un po' la formula(ad esempio la vela per la navigazione veloce in The Wind Waker).
L'ultimo punto è forse il più importante, bisogna chiedersi se il gioco che viene riproposto è in effetti invecchiato bene e merita ancora di essere giocato.
Sta a noi giocatori stabilire questo punto e bisogna essere particolarmente critici.
Se da un lato gli sviluppatori ci hanno permesso di rivivere dei capolavori con The Legend of Zelda: The Wind Waker HD (ma anche Ocarina of Time e Majora's Mask) e con la Metal Gear Solid HD Collection; dall'altro ci hanno abbindolati con prodotti di dubbia qualità come Fable:Anniversary (assolutamente non necessario, visto che tra l'altro il suo originario creatore non ha partecipato al remake), oppure con collection di giochi che si limitano solamente ad aumentare la risoluzione e di cui, sinceramente, non ne sentivamo il bisogno (come ad esempio quella dei Prince of Persia oppure quella di Ratchet&Clank).
Insomma, per concludere, nel valutare un lavoro di questo tipo bisogna tenere in conto due fattori: di quale titolo o insieme di titoli stiamo parlando e della qualità intrinseca del remake o del remaster; la quale può portare a volte alla saggia decisione di riprendere in mano l'originale, anziché il suo rifacimento. Attenzione dunque a farsi prendere dalla nostalgia: nell'investire i nostri risparmi in un lavoro di dubbio merito stiamo, in modo più o meno consapevole, aderendo a questa politica di riciclaggio di idee.


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