sabato 28 febbraio 2015

Recensione- Assassin's Creed 4: Black Flag

A cura di Paolo, dello Staff di Tales of Nerds.

Piattaforme: PS3, Xbox360, PS4, XboxOne, WiiU, PC
Genere: Action
Sviluppatore: Ubisoft Montreal
Distributore: Ubisoft
Lingua: Italiano
Data di uscita: Disponibile
Libertà significa anche responsabilità. Non c'è una senza l'altra, in una dicotomia apparentemente inscindibile: i problemi della vita sono sempre ben presenti e scappare non fa altro che ingrandirli. Ma nel momento in cui si decide di affrontarli, con un coraggio quotidiano, ecco che si comincia a vivere veramente.
Queste righe riassumono ciò che traspare dall'esperienza fatta in Assassin's Creed 4: il viaggio di Edward Kenway è quello di un pirata alla ricerca della libertà nella ricchezza. Giovane e ambizioso, forse dovrà ricredersi delle decisioni prese: di aver lasciato la sua amata alla ricerca di fama e fortuna, rifiutando così una vita modesta insieme, e delle conseguenze delle sue azioni. I suoi errori però lo porteranno ad una nuova convinzione e ad un nuovo Credo.

“Se nulla è reale, in cosa possiamo credere? E se tutto è lecito, perché non seguire i desideri?”.
La trama si svolge in un modo atipico rispetto agli altri episodi della serie. Impersonerete infatti Edward Kenway, giovane gallese la cui unica motivazione è, come per ogni pirata degno di questo nome, il bottino. Per tre quarti dell'avventura principale infatti, questa sarà la spinta alle azioni del protagonista: gli scontri ideologici tra Assassini e Templari - per il controllo del mondo, o per la libertà- passeranno in secondo piano, per lasciar spazio a una trama dal taglio decisamente più introspettivo. Il tema principale questa volta è il “viaggio di formazione” del protagonista, che dovrà accettare le proprie responsabilità e divenire così “adulto”.Tutto ciò rende Edward uno dei personaggi più interessanti della serie, sicuramente meno motivato di Ezio, ma subito sotto di lui.
Assassini e Templari non sono comunque scomparsi: anche qui dovrete competere per la ricerca di un pericoloso artefatto in grado di controllare le persone eccetera. Continua poi, a livello narrativo, la strada già iniziata dal controverso terzo capitolo: Assassini e Templari non sono più rispettivamente i buoni e i cattivi e spesso vi ritroverete a riflettere sulle vostre azioni, a chiedervi se i vostri bersagli meritavano davvero di morire, oppure se, come voi, erano semplicemente spinti dalle proprie motivazioni.
Assassin's Creed o Pirate Simulator?
Passiamo ora a descrivere il gameplay.
Il gioco offre una lunga serie di missioni principali e una mole notevole di attività secondarie.
Le prime consistono spesso in sezioni “stealth” in cui una notevole aggiunta riguarda le zone di caccia, cioè dei cespugli, in cui il personaggio si accovaccerà automaticamente e risulterete invisibili. Senza stare troppo a descrivere tutte le possibilità a disposizione, vi basti sapere che queste sono parecchie e verranno sbloccate man mano che andrete avanti con la trama. Le missioni principali risultano comunque piuttosto guidate e vi sarà sempre un modo suggerito, ma non obbligatorio, di procedere. Questo è dovuto al fatto che da sempre nella serie, ad eccezione del recente Unity, non è presente la possibilità di accovacciarsi a piacimento o di intraprendere tanti percorsi alternativi (punti cardine invece in altri titoli più propriamente “stealth”) e ne risulta una difficoltà generale piuttosto bassina. Il combattimento ha subito leggere migliorie, risultando più veloce e divertente, con controlli mappati con maggior intelligenza, tanto spettacolare quanto poco impegnativo.
Il bello però viene dalle attività collaterali. Edward avrà infatti a disposizione la sua nave (non chiamatela barca...) personale, la Jackdaw, con cui scorrazzare in lungo e in largo per tutto il Mar dei Caraibi. Non sarete quindi più legati, come nei precedenti capitoli, a una o più città (comunque presenti), ma si aprirà davanti a voi un mondo ricco di cose da fare e davvero bello da vedere.
La varietà delle attività è davvero ampissima, ma la più riuscita è sicuramente il combattimento navale. Avrete a disposizione dei cannoni frontali, per distruggere le vele nemiche, un mortaio per il combattimento a distanza, cannoni laterali, colpo potente e un piccolo cannone manovrabile per finire gli avversari. Una volta sconfitti, potrete decidere di abbordare la nave e lanciarvi all'arrembaggio. Davvero esaltante.
Gli altri compiti comprendono: assaltare dei fortini, arpionare enormi bestie marine, immergervi alla ricerca di tesori sommersi, riesumare grazie alle mappe tesori sepolti e completare missioni navali. Ritornano inoltre le classiche missioni in cui dovrete assassinare determinati bersagli (che a volte scoprendovi scapperanno sulle loro navi e dovrete gettarvi all'inseguimento; per poi affondarli oppure stanarli una volta raggiunta la loro base), numerosi collezionabili (tra cui la classica armatura da sbloccare con tutte le chiavi ed alcuni enigmi estremamente basilari che vi permetteranno di sbloccare un'ulteriore veste) ed ovviamente la possibilità di migliorare il corredo del vostro protagonista e l'equipaggiamento della sua nave.  Sono presenti inoltre alcune sessioni fuori dall' Animus in prima persona, dimenticabili a livello di giocabilità, ma contribuiscono ad approfondire il mondo di gioco.
Ognuna di questa attività presa singolarmente non ha praticamente valore, raggiungendo una profondità a livello di gameplay minima, ma tutte insieme rappresentano un modo vario e divertente di passare il tempo: per una volta la quantità batte la qualità.


“Quindici uomini sulla cassa del morto...yo-oh-oh, e una bottiglia di rum!”
L' immersività è garantita dall'eccellente comparto tecnico. Se le attività risultano alquanto basilari e poco profonde, la bellezza dei paesaggi principali e dei comprimari vi lascerà a bocca aperta per numero di dettagli. Il movimento delle vesti del protagonista, tutti i ninnoli che indossano lui e gli altri personaggi che incontrerete nel corso della trama, la nave , con vele e cordame estremamente realistici e il mare...tutto è realizzato in modo davvero minuzioso e il gioco non è avaro di scene decisamente spettacolari. Il sonoro poi risulta azzeccatissimo, anche se non ispirato come nel fin troppo elogiato secondo capitolo, con musiche in grado di esaltarvi (comprendenti canti marinareschi) ed effetti sonori sempre azzeccati. Il doppiaggio originale è di buona fattura e credibile. Stonano un po' le voci e i modelli poligonali degli npc secondari e anche alcuni ambienti un po' spogli, ma data la qualità grafica generale non ci si può proprio lamentare.
Nessun onesto ha vita facile, Edward. E cercare di esserlo è molto rischioso.”
Assassin's Creed 4: Black Flag risulta quindi essere un ottimo esponente della serie, il secondo subito dopo Assassin's Creed 2 se dovessi stipulare una classifica. Senza dubbio è il capitolo ad oggi più solido ed ampio, grazie a una mole di contenuti capace di tenere impegnato il giocatore per diverse decine di ore. Permangono i problemi tipici degli AC, e cioè un gameplay poco profondo rispetto ad altri titoli e che ha chiaramente un target più casual a differenza di altri lavori più impegnativi e gratificanti. La superba resa grafica e l'art direction danno carattere al tutto, e il colpo d'occhio è davvero notevole. La differente impostazione della trama riesce a regalare un personaggio credibile e dinamico, pur soffrendo di alcune ingenuità. Consigliato agli amanti del genere Action-Adventure, più ancora che degli Assassin's Creed, e soprattutto a chi ama l'ambientazione piratesca.  

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