A cura di Paolo, dello Staff di Tales of Nerds.
Piattaforme: PS3, Xbox360, PS4,
XboxOne, WiiU, PC
Genere: Action
Sviluppatore: Ubisoft Montreal
Distributore: Ubisoft
Lingua: Italiano
Data di uscita: Disponibile
Libertà significa anche
responsabilità. Non c'è una senza l'altra, in una dicotomia
apparentemente inscindibile: i problemi della vita sono sempre ben
presenti e scappare non fa altro che ingrandirli. Ma nel momento in
cui si decide di affrontarli, con un coraggio quotidiano, ecco che si
comincia a vivere veramente.
Queste righe riassumono ciò che
traspare dall'esperienza fatta in Assassin's Creed 4: il viaggio di
Edward Kenway è quello di un pirata alla ricerca della libertà
nella ricchezza. Giovane e ambizioso, forse dovrà ricredersi delle
decisioni prese: di aver lasciato la sua amata alla ricerca di fama e
fortuna, rifiutando così una vita modesta insieme, e delle
conseguenze delle sue azioni. I suoi errori però lo porteranno ad
una nuova convinzione e ad un nuovo Credo.
“Se nulla è reale, in cosa
possiamo credere? E se tutto è lecito, perché non seguire i
desideri?”.
La trama si svolge in un modo atipico
rispetto agli altri episodi della serie. Impersonerete infatti Edward
Kenway, giovane gallese la cui unica motivazione è, come per ogni
pirata degno di questo nome, il bottino. Per tre quarti
dell'avventura principale infatti, questa sarà la spinta alle azioni
del protagonista: gli scontri ideologici tra Assassini e Templari -
per il controllo del mondo, o per la libertà- passeranno in secondo
piano, per lasciar spazio a una trama dal taglio decisamente più
introspettivo. Il tema principale questa volta è il “viaggio di
formazione” del protagonista, che dovrà accettare le proprie
responsabilità e divenire così “adulto”.Tutto ciò rende Edward
uno dei personaggi più interessanti della serie, sicuramente meno
motivato di Ezio, ma subito sotto di lui.
Assassini e Templari non sono comunque
scomparsi: anche qui dovrete competere per la ricerca di un
pericoloso artefatto in grado di controllare le persone eccetera.
Continua poi, a livello narrativo, la strada già iniziata dal
controverso terzo capitolo: Assassini e Templari non sono più
rispettivamente i buoni e i cattivi e spesso vi ritroverete a
riflettere sulle vostre azioni, a chiedervi se i vostri bersagli
meritavano davvero di morire, oppure se, come voi, erano
semplicemente spinti dalle proprie motivazioni.
Assassin's Creed o Pirate
Simulator?
Passiamo ora a descrivere il gameplay.
Il gioco offre una lunga serie di missioni principali e una mole
notevole di attività secondarie.
Le
prime consistono spesso in sezioni “stealth” in cui una notevole
aggiunta riguarda le zone di caccia, cioè dei cespugli, in cui il
personaggio si accovaccerà automaticamente e risulterete invisibili.
Senza stare troppo a descrivere tutte le possibilità a disposizione,
vi basti sapere che queste sono parecchie e verranno sbloccate man
mano che andrete avanti con la trama. Le missioni principali
risultano comunque piuttosto guidate e vi sarà sempre un modo
suggerito, ma non obbligatorio, di procedere. Questo è dovuto al
fatto che da sempre nella serie, ad eccezione del recente Unity, non
è presente la possibilità di accovacciarsi a piacimento o di
intraprendere tanti percorsi alternativi (punti cardine invece in
altri titoli più propriamente “stealth”) e ne risulta una
difficoltà generale piuttosto bassina. Il combattimento ha subito
leggere migliorie, risultando più veloce e divertente, con controlli
mappati con maggior intelligenza, tanto spettacolare quanto poco
impegnativo.
Il
bello però viene dalle attività collaterali. Edward avrà infatti a
disposizione la sua nave (non chiamatela barca...) personale, la
Jackdaw, con cui scorrazzare in lungo e in largo per tutto il Mar dei
Caraibi. Non sarete quindi più legati, come nei precedenti capitoli,
a una o più città (comunque presenti), ma si aprirà davanti a voi
un mondo ricco di cose da fare e davvero bello da vedere.
La varietà delle attività è davvero
ampissima, ma la più riuscita è sicuramente il combattimento
navale. Avrete a disposizione dei cannoni frontali, per distruggere
le vele nemiche, un mortaio per il combattimento a distanza, cannoni
laterali, colpo potente e un piccolo cannone manovrabile per finire
gli avversari. Una volta sconfitti, potrete decidere di abbordare la
nave e lanciarvi all'arrembaggio. Davvero esaltante.
Gli altri compiti comprendono:
assaltare dei fortini, arpionare enormi bestie marine, immergervi
alla ricerca di tesori sommersi, riesumare grazie alle mappe tesori
sepolti e completare missioni navali. Ritornano inoltre le classiche
missioni in cui dovrete assassinare determinati bersagli (che a volte
scoprendovi scapperanno sulle loro navi e dovrete gettarvi
all'inseguimento; per poi affondarli oppure stanarli una volta
raggiunta la loro base), numerosi collezionabili (tra cui la classica
armatura da sbloccare con tutte le chiavi ed alcuni enigmi
estremamente basilari che vi permetteranno di sbloccare un'ulteriore
veste) ed ovviamente la possibilità di migliorare il corredo del
vostro protagonista e l'equipaggiamento della sua nave. Sono presenti inoltre alcune sessioni fuori dall' Animus in prima persona, dimenticabili a livello di giocabilità, ma contribuiscono ad approfondire il mondo di gioco.
Ognuna di questa attività presa
singolarmente non ha praticamente valore, raggiungendo una profondità
a livello di gameplay minima, ma tutte insieme rappresentano un modo
vario e divertente di passare il tempo: per una volta la quantità
batte la qualità.
“Quindici uomini sulla cassa
del morto...yo-oh-oh, e una bottiglia di rum!”
L' immersività è garantita dall'eccellente comparto tecnico. Se le
attività risultano alquanto basilari e poco profonde, la bellezza
dei paesaggi principali e dei comprimari vi lascerà a bocca aperta
per numero di dettagli. Il movimento delle vesti del protagonista,
tutti i ninnoli che indossano lui e gli altri personaggi che
incontrerete nel corso della trama, la nave , con vele e cordame
estremamente realistici e il mare...tutto è realizzato in modo
davvero minuzioso e il gioco non è avaro di scene decisamente
spettacolari. Il sonoro poi risulta azzeccatissimo, anche se non
ispirato come nel fin troppo elogiato secondo capitolo, con musiche
in grado di esaltarvi (comprendenti canti marinareschi) ed effetti sonori sempre azzeccati. Il
doppiaggio originale è di buona fattura e credibile. Stonano un po'
le voci e i modelli poligonali degli npc secondari e anche alcuni
ambienti un po' spogli, ma data la qualità grafica generale non ci
si può proprio lamentare.
“Nessun
onesto ha vita facile, Edward. E cercare di esserlo è molto
rischioso.”
Assassin's Creed 4: Black Flag risulta quindi essere un ottimo
esponente della serie, il secondo subito dopo Assassin's Creed 2 se
dovessi stipulare una classifica. Senza dubbio è il capitolo ad oggi
più solido ed ampio, grazie a una mole di contenuti capace di tenere
impegnato il giocatore per diverse decine di ore. Permangono i
problemi tipici degli AC, e cioè un gameplay poco profondo rispetto
ad altri titoli e che ha chiaramente un target più casual a differenza di altri lavori più impegnativi e gratificanti. La superba resa grafica e l'art direction danno carattere al tutto, e il colpo d'occhio è davvero notevole. La differente impostazione della trama riesce a regalare un personaggio credibile e dinamico, pur soffrendo di alcune ingenuità. Consigliato agli
amanti del genere Action-Adventure, più ancora che degli Assassin's
Creed, e soprattutto a chi ama l'ambientazione piratesca.
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