A cura di Alessandro dello staff di Tales Of Nerds
Ha fatto
scalpore in tutto il mondo la notizia del METI (ministero dell’economia,
commercio e industria giapponese) il quale, con la collaborazione di circa
venti tra i maggiori creatori e distributori di anime e gadget ad essi correlati,
ha deciso di istituire un nuovo organismo di controllo tutto dedicato alla
protezione degli anime e dei manga.
Vi vedo già
con gli occhi spalancati in attesa di spiegazione e l’avrete tranquilli.
Partiamo dicendo
che secondo una stima fatta dall’ANSA giapponese il danno creato dal download e
dallo streaming di anime e manga si aggira intorno ai 25 miliardi di dollari
all’anno tra You tube, manga panda ecc. danneggiando non solo chi li produce
gli anime ma anche chi, volendoli esportare si trova già anticipato da siti di
fansub che prontamente rilasciano l’episodio il giorno dopo l’uscita.
Non voglio
fare un dibattito se sia giusto o meno scaricare gli anime in quanto non sono
la persona adatta e non è questo il luogo giusto ma, se non vi annoierete,
vorrei mostrarvi la mia opinione su quanto sta scuotendo il mondo otaku
mondiale.
Prima di
tutto devo ammettere che per guardare molte serie anime uscite nel corso degli
anni ho scaricato GB su GB da siti di fansub, per non parlare di manga e
fumetti ormai introvabili in Italia letti a scrocco.
Vi ricordo
però di leggere bene la frase appena terminata, in quanto ho detto di aver
scaricato, guardato o letto solo materiale non presente in Italia in quanto
sono necessarie distinzioni. Esistono persone che scaricano davvero tutto,
compreso quello che viene regolarmente venduto anche in Italia (facciamo l’esempio
di one piece per capirci). Ecco, ritengo che questo sia il tipo di pirateria
che debba essere punito in quanto non mira, colui che scarica, a cercare un
prodotto di cui ha interesse e che, non trovandolo nei negozi lo scarica, ma si
limita soltanto a scaricare un anime o un manga in quanto gratis senza dunque
premiare lo sforzo e il lavoro fatto da decine di persone.
Una soluzione
è stata già più volte proposta e altrettante volte rifiutata cioè la creazione
di una banca dati di anime e manga dove, al costo di un canone mensile (come
quello degli MMO o di sky per intenderci) i produttori possano caricare i
propri prodotti e poi, fansubber o aziende specializzate creino i sottotitoli
in base alla nazione di appartenenza.
Qualcuno potrebbe
dirmi, “eh ale, ma esistono già” si, ma
sono incompleti, esosi, (alcuni) privi di sottotitoli e soprattutto region
locked. Per chi non lo sapesse region locked indica che un determinato
materiale è destinato alla visione di una sola nazione (a volte è capitato che
questo concetto fosse esteso a una manciata di paesi).
Lo sforzo
tuttavia non deve essere compiuto solo da produttori di anime ed eventuali
fornitori di server ma anche dai siti di fansub o di scan i quali una volta acquistati
i diritti smettano di rilasciare download link o torrent. Anche qua il buon
utente medio mi può dire “ale, ma lo fanno già” e la risposta sarebbe “si,
sulla carta”. Spiego la mia risposta, alcuni siti di fansub una volta che
vengono acquistati i diritti di una certa serie tv o anime toglie i link dal
proprio sito per evitare le grane ma mantiene i propri file disponibili per il
download sul server cloud che utilizzano.
Un esempio è
Fuwanovel che permetteva il download di visual novel tradotte in inglese. Esso una
volta che è venuto fuori quanto permetteva è stato obbligato a rimuovere i
torrent link dal sito lasciando però intatti i file sul server cloud
nyaatorrent.
Lo sforzo
deve essere dunque globale, portato avanti non solo dal produttore ma anche dal
consumatore che se, appassionato come crede di essere, supporti chi rende la
sua passione realtà.
Altro fattore
che potrebbe aiutare gli anime producer giapponesi sta nel fatto di evitare di
creare mille serie di manga o light novel mediocri (per non dire peggio)
dedicandosi eventualmente a progetti più ben voluti o con almeno qualcosa di
solido alla base.
Sono 5 anni
che guardo anime assiduamente e sinceramente, non so voi, mi sono stancato dei
soliti cliché, ecchi,hentai e chi più ne ha più ne metta, che non aggiungono
niente a chi li guarda, se non 20 minuti di fapping estremo (chi non è ferrato
d’inglese cerchi fap su internet e capirà).
Le idee che
ho proposto sopra sicuramente migliorerebbero il panorama otaku svecchiandolo
un po’ e liberandolo da alcuni suoi pregiudizi e cliché ma, nel profondo, so
che i cambiamenti che ho auspicato difficilmente avverranno per i seguenti
motivi.
1.I giapponesi non si libereranno mai dei loro
pregiudizi, cliché e dal loro ben amato ecchi che tanto fa vendere;
2.Sinceramente penso che senza gli elementi sopra
citati alcuni anime perderebbero un po’ del loro mordente
3.Internet è popolato sia da gente ragionevole che
da perfetti idioti i quali, non curanti dei danni che provocano, caricherebbero
lo stesso scan o episodi
4.I fansub ci guadagnano sul subbare episodi o
film, e andrebbe a loro svantaggio l’istituzione di un mega server zeppo di
anime
5. Le persone sono poco inclini a pagare per cose
che potrebbero ottenere gratis
6. I producer hanno più volte rifiutato la
creazione di un server, non vedo perché dovrebbero accettare proprio ora
Insomma dal mio punto di vista siamo
in un periodo di stallo, uno stallo fragile tuttavia, in cui azioni come l’istituzione
di questa task force anti-pirateria può creare seri problemi a entrambe le parti
di un ipotetico processo “produttori di anime vs consumatori”.
La pirateria è un reato e per ovvie
ragioni non va alimentata tuttavia ritengo che la ricerca di materiale non più
reperibile ma che, fortuitamente, si è salvata nei meandri del web non sia così
sconveniente per nessuno.
Il mondo anime e manga (come quello
di light novel e graphic novel) insomma ha bisogno di cambiare, evolvere e affacciarsi
con più fiducia verso l’investimento e il mondo del web. In fondo tutto il
mondo guarda anime.
Questo era il mio punto di vista, mi
piacerebbe scoprire il vostro, commentate e creiamo un dibattito civile e soprattutto
con basi serie e ragionate.
Un saluto da Tales Of Nerds.
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