A cura di Paolo, dello Staff di Tales of Nerds.
Sulla saga di Assassin's Creed si è
detto un po' di tutto: dal fatto che ogni capitolo successivo al
primo riciclasse continuamente gli stessi elementi alla possibilità
di immergere l'utente in diversi periodi storici e quindi avere anche
un possibile fine didattico.
Probabilmente queste affermazioni sono
tutte in parte vere, ma una cosa è certa: con l'uscita, dal 2007 ad
oggi, di otto titoli principali (con oltre 76 milioni di copie
vendute), numerosi spin-off e un sacco di materiale tra cui
cortometraggi, libri, fumetti e un film annunciato per il 2016, di
certo non si può dire che questa saga non abbia avuto un ruolo
importante nel mondo dei videogiochi.
Parliamo qui proprio di questi e di
come approcciarsi alla serie per trarne il massimo divertimento.
Ovviamente quella qui proposta è una
mia considerazione personale che non è, né vuole essere, quella
migliore o più corretta.
La serie principale è composta da ben
otto titoli che hanno avuto finora una regolare uscita annuale(a
parte nel 2014 che ne sono stati prodotti due insieme). Dal grezzo
primo capitolo fino all'ultimo Unity, di anno in anno Ubisoft ci ha
permesso di rivivere alcuni dei momenti più significativi della
storia: si passa dal Rinascimento italiano alla guerra di
indipendenza americana ed ancora per la rivoluzione francese.
Anche se tutto sembra apparentemente bellissimo, dal
lato del gioco vero e proprio si è in realtà assistito ad un graduale
perfezionamento delle basi gettate dal primo capitolo (o forse
sarebbe meglio dire dal secondo, più riuscito sotto tutti gli
aspetti), senza mai reali innovazioni in nessun campo. Abbiamo quindi
visto un continuo miglioramento grafico e qualche sgargiante nuova
feature ad ogni uscita di un nuovo titolo(come la possibilità di
navigare nel mar dei Caraibi o il poter entrare negli edifici e così
via), con una sotto trama ambientata nel presente che fa da “fil
rouge” tra i vari episodi. Come se questo non bastasse, i diversi
titoli si presentano come giochi stealth (d'altronde vengono
impersonati degli Assassini), con elementi open-world (che consistono
nel poter esplorare aree di vastità diverse e intraprendere attività
secondarie), ma risultano carenti in tutti i loro aspetti.
Riguardo al primo, ogni “ricordo”(così
vengono chiamati i vari livelli), è piuttosto semplice, con percorsi
acrobatici prestabiliti e una possibilità d'azione apparentemente varia ma che in realtà è assai limitata rispetto ad altri
capolavori del genere (come Dishonored o gli ultimi due Splinter
Cell).A proposito dell' open-world troviamo gli stessi
problemi: all'iniziale stupore per la quantità e la varietà di
attività proposte, ben presto ci si accorge che queste sono alquanto
monotone e prive di mordente.
Tenendo conto di queste considerazioni,
che valgono all'incirca per tutti i capitoli della serie, viene
spontaneo chiedersi il motivo del suo succeso.
Detto in soldoni: Assassin's Creed è
bello da vedere.
“Tutto qui?” verrebbe da dire, ma
non è un aspetto da sottovalutare, anzi è proprio questa la novità che ha introdotto nel mondo dei videogiochi.
Se da un lato abbiamo titoli, come i
recenti Dark Souls, alcuni platform come i Super Mario o la maggior
parte dei picchiaduro nipponici -”casualmente” sono tutti lavori
giapponesi- dove il giocatore ha la possibilità di migliorare
sempre di più man mano che gioca (e risulta netta la differenza tra
l'utente “abile” e il “noob/novellino”) dall'altro ne
troviamo altri come gli Assassin's Creed, per citare la serie che
stiamo trattando ora, che fanno dell'intrattenimento la parola
chiave e sono diretti a un target specifico di consumatori: il
giocatore occasionale “pigro” per cui il videogame è un semplice
passatempo, come guardare la televisione, e che non cerca
un'occasione per mettersi alla prova, ma per rilassarsi e divertirsi.
Proprio l' intrattenimento e la
spettacolarità, quindi, sono i concetti cardine e i motivi
principali per cui questa saga è così giustamente amata.
Chi si approccia quindi alla saga (per
la prima o per l'ennesima volta), deve tener conto di questo: per
apprezzare appieno un Assassin's Creed bisogna abbracciare la seconda
concezione del “videogiocare” da me descritta: un gameplay
profondo o una trama ben sviluppata sono le cose che non troverete in
questa serie.
Esattamente come in un film di Michael
Bay però, si rimane stupiti davanti allo schermo per la miriade di
effetti speciali presenti, più che per l'intreccio in sé.
Quelli della serie Assassin's Creed sono dei titoli che si prestano bene a
partite brevi, dove rimarrete a bocca aperta per come sono realizzate
bene le chiese di Roma o Firenze, o per i dettagli sulle navi o sui
vestiti dei protagonisti; alcune sezioni altamente adrenaliniche
sapranno poi regalarvi momenti di puro intrattenimento (e
sinceramente spero che gli sviluppatori insisteranno di più su
questi aspetti, anziché proporre le tediosissime missioni di ascolto
o di pedinamento) e nel complesso, i titoli hanno una longevità
piuttosto elevata per il genere, grazie alle numerose attività
secondarie(che se prese in piccole dosi e alternandole alle missioni
principali risultano un gradevole passatempo).
Nonostante creda che il gaming sia più
di un semplice “smanettare davanti al televisore”, questo
-relativamente- recente modo di intendere il gioco, cioè come forma
di intrattenimento di massa, ha permesso a un sempre maggior numero
di utenti di approcciarsi a quella che, da sempre, è una delle mie
passioni.
La speranza è che questi possano, col
tempo, sviluppare un proprio senso critico e gusti più personali,
per scoprire che il videogioco non è solo un insieme di spettacolari
sequenze sul televisore, ma è in grado, grazie alla sua possibilità
di integrare immagini, suoni e interazione, di regalare grandi
emozioni e, soprattutto, di insegnare qualcosa.
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