Piattaforme:Pc
Sviluppatore:
Freebird Games
Data
di uscita: 9 settembre 2012
Una grafica appartenente a qualche
decina di anni fa, un gameplay praticamente inesistente e una
longevità scarsissima, meno di cinque ore.
Se ci fermassimo qui dimostreremmo di
non aver capito nulla dell'opera di Freebird Games.
Il titolo si presenta come una sorta di
avventura grafica, ma con un'interattività inferiore ed un colpo
d'occhio che richiama fortemente i vecchi rpg nipponici...con una
mole di testo a schermo che rimanda alle visual novel.
Qualcosa difficile da catalogare:
questo non è decisamente il classico gioco che normalmente si trova
nei negozi...è un'intima esperienza personale per ogni giocatore.
Impersonerete una coppia di “dottori”,
Neil Watts ed Eva Rosalene , col compito di realizzare l'ultimo
desiderio di un vecchio ormai sul letto di morte, Johnny.
Egli desidera niente di meno che poter
andare sulla luna e voi, grazie a un potente e sofisticato
macchinario, potrete ripercorrere la sua vita ed instillare codesto
desiderio nella sua infanzia. In questo modo Johnny dovrebbe ricevere
il ricordo di essere davvero stato sulla luna.
Per evitare eventuali spoiler, che
andrebbero inevitabilmente a rovinare questo magnifico viaggio, non
racconterò altro della trama...vi basti sapere che verranno trattati
temi simili a quelli visti nel film Inception ed anche nella serie
anime, per chi la conosce, Angel Beats.
La sceneggiatura è di prim'ordine,
riesce a tenere lo spettatore incollato allo schermo per tutta la sua
durata , tant'è che, se ne avrete il tempo, vorrete giocarvelo tutto
di seguito. Sono presenti inoltre diverse citazioni ad anime,
videogiochi e film: il titolo infatti alterna sapientemente scene dal
forte carico emotivo (preparate i fazzoletti...sul serio) ad altre
umoristiche(citando Neil: “Non devi mai (#&% bloccare qualcuno
nel mezzo di una kamehameha.”), che riescono ad ammorbidire
l'atmosfera: riuscire a trasmettere emozioni così forti con scene che utilizzano solamente la grafica del gioco è davvero impressionante.
Il finale poi, riesce a soddisfare in pieno il
giocatore, portandolo a un fiume di lacrime incontrollate e facendolo
nel frattempo riflettere.
Riguardo al comparto tecnico, il gioco
è stato realizzato con RPG Maker, con un stile che rimanda ai vecchi
Final Fantasy e che risulta tutto sommato bello da vedere.
Un ulteriore applauso va fatto alla
colonna sonora, realizzata da Laura Shigihara col contributo dello
stesso Kan Gao, il fondatore dello studio che ha realizzato il gioco:
si tratta di un lavoro magistrale, con temi sempre adeguati al
contesto e che non fanno altro che aumentare esponenzialmente il
coinvolgimento emotivo dello spettatore.
Da segnalare ancora la presenza della
lingua italiana per tutto il testo a schermo.
“People start things with passion
but eventually they lose that initial drive and slow down. But
imagine if you locked onto that initial push through your entire
life, never wavering...It's more powerful than it seems.”
Visto il gameplay pressoché inesistente resta solo un cosa da chiarire: può To the Moon, come videogame, essere definito un'opera d'arte? Difficile da dire.
Di sicuro però fa una cosa:
utilizzando il videogioco come mezzo e le sue continue citazioni
riesce, in modo simile alla serie
fumettistica Scott Pilgrim, a toccare le corde del cuore grazie ad
una storia che già di per sé è un'opera d'arte.
Un viaggio che vi porterà nelle
profondità dei ricordi di una persona, per scoprire che in fondo
nessuno è perfetto e che tutti abbiamo le nostre colpe, i nostri
“scheletri nell'armadio”; un invito a vivere la propria vita al
meglio, con la convinzione che l'amore può superare perfino la
morte.
Consigliato davvero con tutto il cuore
a tutti, sia a chi, come me, gioca da molti anni, sia a chi di
videogiochi di solito non ne vuole sapere. È cibo per l'anima.
Nessun commento:
Posta un commento